ZonaFranca: arte, moda e cultura tra Lucca e Londra

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ZonaFranca: arte, moda e cultura tra Lucca e Londra

ZonaFranca: arte, moda e cultura tra Lucca e Londra

Casa editrice, centro culturale e laboratorio di idee: ZonaFranca è il progetto della giornalista lucchese Franca Severini, che circa quindici anni fa, di ritorno da un viaggio in Argentina, ha fatto tesoro di tutte le sue esperienze di vita creando questo ambizioso e affascinante contenitore di idee che ha sede nella nostra città.

Franca Severini, lei è l’ideatrice e l’anima di ZonaFranca: in che cosa consiste esattamente questo progetto?

Dal cuore della Casa Editrice ZonaFranca, in attività da circa 15 anni, si sono diramate molteplici iniziative finalizzate a una diffusione culturale che, nel tempo, ha assunto varie vesti: dalla nascita di progetti imprenditoriali con lo scopo della valorizzazione della cultura del territorio – un’attività che potremmo chiamare cultura d’impresa – fino allo sviluppo di iniziative diverse, mirate alla valorizzazione della cultura in senso stretto: ci sono state, ad esempio, pubblicazioni di libri, cataloghi d’arte e storie aziendali con autori di grande autorevolezza come Andrea Bocconi, Nanni Delbecchi, Fabrizio Betti, Pietro Frè, Daniela Marcheschi, Marella Caracciolo Chia. Ancora, abbiamo collaborato con il Presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, con il saggio “Magnifiche Presenze”, relativo alla valorizzazione di Gabriele d’Annunzio, Giovanni Pascoli e Giacomo Puccini, in collaborazione con la Casa Museo Giovanni Pascoli, il Vittoriale degli Italiani, La Versiliana, la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini di Viareggio. Infine, l’ultima iniziativa d’arte in ordine di tempo – che, peraltro, mi sta dando enormi soddisfazioni – è il Museo della Follia, a cura di Vittorio Sgarbi con Contemplazioni, di cui curo le relazioni esterne.

Arte, moda e cultura tra Barga, Lucca e Londra: lei come unisce queste realtà?

La mia attività si sviluppa attraverso la valorizzazione dei luoghi e della loro storia, sia culturale che identitaria, come Lucca e Castelvecchio Pascoli. Da Londra, dove mi sono formata con gli studi, apprendo la visione del futuro e l’attenzione per la cultura. La caratteristica di ZonaFranca Editrice è da sempre l’indipendenza e il massimo rispetto per le Istituzioni pubbliche, con cui ho instaurato da subito strette e proficue collaborazioni. Come iniziativa legata alla sostenibilità, è nato il progetto “È di moda la cultura”, con il quale riutilizziamo banner e striscioni di eventi, mostre e iniziative del territorio per farne collezioni di borse e accessori da indossare e fare, in questo modo, marketing di comunicazione bello, innovativo, di grande impatto e a costi molto contenuti. Tale progetto è stato adottato dal Comune di Viareggio, dalla Reggia di Caserta, dal Vittoriale degli Italiani, da OlioOfficina di Milano, e dal MuSa di Salò, da Tesori Nascosti a cura di Vittorio Sgarbi, con cui sono state organizzate anche sfilate di moda con la “cultura da indossare” di ZonaFranca, oltre che da altre Istituzioni culturali in Italia e all’estero.

Che importanza assume per lei il viaggiare e quanto dei suoi viaggi c’è all’interno del progetto?

Da un viaggio in Argentina è nata ZonaFranca. Da giornalista ho realizzato interviste ai più importanti scrittori e poeti del Sudamerica durante la crisi argentina. Uomini di cultura che, nonostante il periodo buio, non hanno mai cessato di pubblicare e scrivere. A Buenos Aires ho potuto visitare anche alcune case editrici che, con evidenti distinguo, mi hanno ispirato nella linea editoriale ecosostenibile, caratterizzata da copertine realizzate in cartone riciclato, tanto amate da alcuni autori e anche da quelle aziende con un messaggio forte da comunicare riguardo alla salvaguardia dell’ambiente. ZonaFranca è infatti inserita in Comieco come casa editrice attenta al riciclo del materiale ed è stata premiata da Itwiin Intl per la comunicazione ecosostenibile e apprezzata anche al Salone del Libro di Torino. Il viaggio è quindi parte integrante e una costante nella ricerca di arte, cultura e bellezza per tutto quello che organizzo.

Ci dica 3 aggettivi per descrivere Zona Franca.

Non sono proprio tre aggettivi, ma questo è il sentimento che connota l’attività di ZonaFranca, ed è una scritta che ho letto in Argentina, sulle Ande, dove non passa mai nessuno: “fermati, guarda, ascolta”.

Museo della Follia: lei lo ha organizzato e curato insieme a Vittorio Sgarbi. Un bilancio di tale esperienza? Pensa di organizzare ancora mostre del genere?

Il Museo della Follia è una mostra d’arte a cura di Vittorio Sgarbi, incentrata sulla tematica della follia attraverso la storia dell’arte. Abbiamo deciso di portarla a Lucca con Contemplazioni, l’Impresa della Cultura di Sara Pallavicini e Giovanni Lettini di cui curo le relazioni esterne, perché avvenisse l’incontro con l’eredità lasciata da Mario Tobino. La Mostra – oggetto tra l’altro di numerose tesi di laurea – è stata inaugurata il 26 febbraio 2019, dopo due anni di lavoro. Lavoro non solo intellettuale perché, ad esempio, abbiamo smontato e rimontato pezzo per pezzo la stanza che occupava Mario Tobino all’ex ospedale psichiatrico di Maggiano per farne un punto centrale del percorso. La chiusura della mostra, dato il successo di pubblico davvero imponente – si parla di 45.000 visitatori solo nel mese di luglio – e superiore a ogni più rosea aspettativa, è stata prorogata fino a metà settembre. Alla fine, i numeri sono stati davvero notevoli: più di 84.000 visitatori. Un successo mai avvenuto prima nella nostra città. Al momento stiamo lavorando ad altre due grandi mostre a cura di Vittorio Sgarbi, a Lucca e in provincia, con l’arrivo di capolavori assoluti della storia dell’arte che dialogheranno con i nostri Maestri.

La nostra città è da sempre considerata poco attenta agli stimoli artistici e culturali. Che ne pensa? Ha suggerimenti, spunti o idee?

La nostra città è da sempre un luogo d’arte con un importantissimo profilo culturale. Lucca offre tantissimo sotto questo punto di vista, e lo dico anche perché, essendo spesso coinvolta in prima persona, ne ho quotidiano riscontro. Certamente non bisogna fermarsi o farsi condizionare da particolarismi; non ci si deve mai stancare di proporre e condividere iniziative: grandi eventi e proposte più di nicchia, tutto deve fare squadra e mirare a valorizzare sempre di più la città e il territorio. Più che un suggerimento, c’è bisogno di una programmazione seria, organica, razionale e a lungo termine. Chiunque abbia l’onore e l’onere di guidare la città deve aver ben chiaro un concetto: programmare a breve termine, senza una visione globale delle problematiche da affrontare o, peggio ancora, lasciandosi guidare dall’improvvisazione, è qualcosa che Lucca non può permettersi.