Rebecca Bessi è una giovane ragazza della provincia di Pistoia, che non ha paura di credere in quelli che sono i suoi principi, e che ha il coraggio di portare avanti un pensiero libero, distaccato da tutti i vincoli che la società odierna propone. Presto partirà la sua nuova avventura televisiva, sul canale Toscana TV, con un programma che ha l’ambizione di stimolare lo spettatore ad avere un’opinione indipendente sulle tante tematiche che offre la vita. In un mondo che fa della superficialità un suo diktat, Rebecca e il suo personalissimo format per la tv, cercheranno di donare agli altri un momento da dedicare all’introspezione e ai pensieri più profondi dell’animo umano.
Raccontaci chi sei, qual è il tuo percorso di vita e quali sono le aspirazioni per il tuo prossimo futuro?
Io sono Rebecca Bessi e prima di tutto, ti dico qual è il mio scopo nella vita. Io vorrei portare un cambiamento nella società, sia a livello mediatico che a livello di scrittura. Vorrei riuscire a coinvolgere un nucleo di persone, il più vasto possibile, per far in modo che tanti si rispecchino in quello che dico e faccio, che possano trovarci un’immedesimazione. Oggi – secondo me – viviamo in un mondo estremamente superficiale, dato che abbiamo perso tanti di quei valori che avevano forgiato le generazioni precedenti, quelle del passato. L’uomo ha sempre avuto delle mancanze e lo dimostra bene tutto il pensiero della filosofia che ha condizionato il 1800, ma non soltanto. Ora, siamo sempre allo stesso punto di partenza, il mondo è un susseguirsi di cose che si ripetono in modo ciclico, quindi come l’essere umano nutriva delle mancanze indietro nel tempo, nella stessa maniera questo accade oggi. Cambia soltanto la società in cui siamo immersi, tutto il resto non cambia mai.
Come sei arrivata a questa visione del mondo che ci circonda?
Tramite ciò che vedo, ciò che ho letto, grazie alle persone con cui parlo e interagisco. Io noto parecchie incongruenze con ciò che eravamo, con ciò che siamo, con ciò che potremmo essere e che nella fattispecie non siamo. Vorrei riuscire a creare una sorta di empatia, come una catena. Quello che smuove le persone è il coinvolgimento l’uno con l’altra, io non mi do una scadenza nel riuscire a fare questa cosa. Adesso sono all’inizio, sono al principio della scalinata, ma la strada è lunga. Non fraintendetemi, io non voglio insegnare niente a nessuno, esprimo soltanto un pensiero e un concetto, che prima di tutto è mio personale. Come diceva Socrate: ‘io so di non sapere'”.
Questo pensiero, come si traduce all’atto pratico?
Io ho creato un formato televisivo chiamato “Light Up”, che significa accendiamo, accendiamo le menti. Come simbolo ho scelto la civetta, che sarebbe colei che illumina la notte, perché noi – come ho scritto in una delle mie poesie – sembra che dormiamo, vivendo dormendo. Noi siamo esseri che hanno bisogno di una guida, ma spesso queste guide sono sbagliate, ci portano su una strada errata. Tramite questo programma, che affronterà varie tematiche diverse in ogni puntata, attraverso un gioco psicologico che coinvolgerà alcune persone, vorrei andare in maniera molto sottile – e non dirompente – a stimolare gli altri ad avere un pensiero autonomo e non condizionato dall’altrui volontà. Bisogna essere liberi di pensare e soprattutto senza le imposizioni che spesso ci vengono inculcate ogni giorno attraverso media e affini. Vorrei spronare soprattutto i giovani, una fascia difficile da coinvolgere, a misurarsi con questa prova.
Dove andrà in onda questo programma?
A Toscana TV, il programma è stato scritto in modo completo e abbiamo già girato la prima puntata, che ha avuto come ospite d’eccezione Vittorio Sgarbi. Il tema cardine di questo episodio è stata la bellezza e presto andrà in onda.
Per arrivare al pensiero che hai sviluppato, ti sei ispirata a qualcosa, a delle letture in particolare? Spiegaci qual è stato il tuo percorso.
Mi piace molto il pensiero di Michel Foucault, che ritrovo sempre attuale e affine alla realtà di oggi. La storia ci dimostra che gli errori che sono stati commessi nel passato, si sono poi manifestati di nuovo nel futuro, ci ha fatto vedere che l’uomo ha sempre peccato. Basta guardarsi intorno per capire gli sbagli che vengono commessi. Poi, io sono sempre stata così, fin da piccola ho avuto la passione per la scrittura e ho sempre cercato di guardarmi dentro, di ragionare e cercare di capire il mondo che ci circonda, ma sempre in modo libero, come un’aquila.
Come pensi di coinvolgere gli altri in quello che è il tuo modo di vedere le cose?
Nel programma vogliamo coinvolgere più persone possibili, ci saranno degli intervistati e degli ospiti di spicco in studio, poi ci sarà questo gioco psicologico che si dovrà espandere a macchia d’olio, andando direttamente a incidere sugli spettatori. Per farlo sarà necessario coinvolgerli attraverso i nostri canali social, quindi Facebook, Instagram, YouTube e quant’altro. Un ruolo importante lo avrà anche il mio libro, intitolato “Pensieri per dessert”, del quale ho fatto la presentazione alcune settimane fa. È una raccolta di poesie, in sei capitoli, intervallate da disegni che hanno lo scopo di illustrare i miei pensieri.
Vuoi aggiungere qualcosa in conclusione di questa intervista?
L’unica cosa che voglio dire è che non c’è un modo per sopravvivere, l’unica cosa che puoi fare è vivere. Chi sopravvive e basta porta avanti una vita infelice, quindi bisognerebbe imparare a valorizzare il concetto di libertà, piuttosto che affannarsi nella ricerca della felicità. Quest’ultima, se ti guardi intorno, la puoi trovare dovunque, bisogna essere grati di ciò che abbiamo ed essere persone che lottano per le cose in cui credono, sconfiggendo tutti gli stereotipi che ci circondano. Alle generazioni del domani, vorrei garantire un futuro migliore.