Il giovane pittore Jacopo Cappello: “Sogno di realizzare un’enoteca-galleria d’arte per unire le mie più grandi passioni”

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Il giovane pittore Jacopo Cappello: “Sogno di realizzare un’enoteca-galleria d’arte per unire le mie più grandi passioni”

Il giovane pittore Jacopo Cappello: “Sogno di realizzare un’enoteca-galleria d’arte per unire le mie più grandi passioni”

Pittore, appassionato di viticultura ed enologia: in quest’intervista, il giovane lucchese Jacopo Cappello ci ha raccontato com’è nata la sua passione per l’arte e ci ha spiegato il suo sogno di aprire un’enoteca-galleria d’arte dove poter coniugare le sue più grandi passioni.

Come e quando è nata la tua passione per la pittura?

La passione per la pittura nasce nel 2017: disegnare, ma più che altro fare “scarabocchi”, mi ha sempre molto rilassato, e quindi con molta ironia decisi di acquistare un kit base per dipingere ad olio, composto da qualche colore, dei pennelli e una tela 30×40. Il primo soggetto dipinto fu un nudo di una donna distesa.

È un lavoro a tempo pieno o, per adesso, solo una forte passione?

Si tratta di una forte passione. Nella vita ho seguito un percorso di studi riguardanti le scienze agrarie, dalle scuole superiori fino al conseguimento di una laurea in Viticoltura ed Enologia.

Hai fatto un percorso di formazione specifico o sei autodidatta?

Sono autodidatta. Ho frequentato per un certo periodo un corso di pittura ad olio nella nostra città, Lucca. Durante queste lezioni sono stati approfonditi lo studio dei materiali, del disegno di base e della successiva fase di elaborazione del dipinto.

A chi ti ispiri e quali sono i tuoi maestri?

Sono particolarmente affascinato dalla pittura e dalla scultura che attraversa gli ultimi anni del ‘800 fino alla prima metà del ‘900. In particolare, i maestri che più hanno influenzato la mia pittura sono Modigliani, con i suoi nudi sensuali, ma anche Kees Van Dongen, Kirchner, Matisse, Chagall, Picasso, Gaugain, Morandi, Bernard Buffet, Walt Khun, Giacometti, Rodin, Medardo Rosso, Marino Marini e molti altri. Ma anche pittori che, purtroppo, al grande pubblico sono un po’ meno noti, come Salvatore Fiume, che con grande abilità ha attraversato varie correnti artistiche, dal periodo metafisico – con le sue città e isole di statue – fino ad arrivare alle bellissime modelle somale. Altro grande maestro, che a parer mio non ha ancora raggiunto un pubblico più ampio, è Alberto Manfredi, che ho conosciuto un po’ per caso. Infatti, curiosando fra le varie bottiglie di un’enoteca, notai nelle etichette di alcune bottiglie dell’azienda “Le pergole torte”, da lui disegnate, dei volti abbozzati molto velocemente ma pieni di pathos.

Nella vita hai altre passioni che metti in relazione con la pittura?

Il viaggiare, scoprire i luoghi della cultura, le architetture, le tradizioni delle varie città, riescono sempre a lasciare qualcosa, che, anche in maniera un po’ inconscia, riesce ad influenzare la mia pittura. Credo che alla fine siamo il prodotto di ciò che viviamo e vediamo, l’importante è saper metabolizzare l’esperienza vissuta e saperla tradurre nel modo in cui meglio sappiamo esprimerci.

Contesto Lucca: da un punto di vista artistico sei soddisfatto di ciò che offre la nostra città? Hai avuto occasioni e modi per esprimere la tua arte? Hai suggerimenti da dare?

Proprio grazie al patrimonio culturale della nostra città è nata la mia passione per l’arte. Da piccolo, molto spesso, spendevo molto tempo fra le splendide stanze affrescate del Palazzo Ducale di Lucca, dove allora lavorava mia madre. Il suo ufficio era praticamente collegato alla Sala del Bosco, una splendida sala affrescata dove natura, figure umane, putti e rovine adornavano l’intero ambiente. Per quanto riguarda invece le opportunità che la nostra città offre dal punto di vista artistico, non posso ritenermi del tutto soddisfatto: si potrebbe fare molto di più, sia dal punto di vista di eventi ma anche per quanta riguarda la situazione dei musei della nostra città, sempre più vuoti. Ovvio che trovare una soluzione non è affar da poco, e il periodo che stiamo vivendo non aiuta il settore. Nonostante tutto, in questi anni le occasioni di poter esporre ciò che faccio non sono mancate; proprio nel mese di maggio ha ripreso inizio una serie eventi organizzati da Fabrizio Barsotti nell’ambito della rassegna “ I fossi dell’Arte”: grazie a questi eventi , lui cercando di riportare alla luce luoghi della nostra città che con il tempo purtroppo si stanno dimenticando.

Prospettive future: quali sono i tuoi progetti?

Per il futuro, dal punto di vista artistico, non è facile saper fare molti progetti. Le idee sono molte, unire l’arte con ciò che faccio come lavoro è comunque un progetto che con molta calma sto cercando di sviluppare. Un’enoteca-galleria d’arte, ad esempio, rappresenterebbe appunto ciò che più amo. Oppure, proprio come Manfredi – che prima citavo – poter sviluppare delle etichette per conto di alcune aziende vinicole.  Non nego che vivere di passioni sarebbe fantastico, ma specialmente nel mio caso è molto difficile.