L’Elzeviro del Maestro: inizia un grande viaggio dentro alla Musica

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L’Elzeviro del Maestro: inizia un grande viaggio dentro alla Musica

L’Elzeviro del Maestro: inizia un grande viaggio dentro alla Musica

di Andrea Colombini 

In qualità di editore responsabile di LUCCAMUSICA, sono onorato che il giornale mi ospiti, con un mio intervento a cadenza bisettimanale, sulle proprie pagine.

Ovviamente, dato il mio ruolo e la mia attività ( forte di 32 anni di carriera come organizzatore di eventi e 27 anni di carriera come direttore d’orchestra, nel primo caso con all’attivo più di 12mila spettacoli organizzati, nel secondo caso con 423 concerti e rappresentazioni operistiche dirette DOCUMENTATE e più di 300 ore di programmi televisivi realizzati), il soggetto dei miei interventi sarà la Musica e tutti i suoi derivati, potremmo dire.

Dalla Direzione d’Orchestra alla Lirica, dall’Organizzazione Musicale alla Musicologia – sono fiero di avere all’attivo ben 5 prime esecuzioni italiane assolute di pezzi di grandi Musicisti, ovvero l’Edizione Haas 1887/1890 dell’8va Sinfonia di Anton Bruckner; le Sea Songs, la English Folk Songs Suite (nell’arrangiamento orchestrale autorizzato dall’autore ad opera di Gordon Jacobs), il Concerto Per Oboe, tutti di Ralph Vaughan Williams; e last but not least, la Pomp And Circumstance Military march
no.5 di Edward Elgar. Quindi, carte alla mano, ho un carnet di atouts invidiabile per qualsiasi direttore della presente generazione, e non si può dire che Bruckner, Vaughan Williams e Elgar siano autori
sconosciuti…-, dai pettegolezzi musicali alle curiosità, da Mozart – mia radice – a Puccini – mio nume tutelare.

Andrea Colombini in una delle sue direzioni d’Orchestra. Sullo sfondo vigilano le Scots Guards

Spero avrete la pazienza di leggermi e magari di commentarmi, chiedermi, rispondermi. Sarò lieto di potervi esaudire in eventuali quesiti. Sarò felice se dedicherete un po’ di tempo alle mie parole.

Di certo, la Musica è sempre bene farla, piuttosto che parlarne. In genere ne parlano, o meglio dovrei dire “ne parlavano”, i critici. Critici Musicali: categoria a rischio come il Pangolino Gigante. I Giornali ormai non consentono più critiche post-spettacolo, accettano solo critiche precotte o comunicati pubblicitari, non ci sono più risorse per potersi permettere un critico fisso, magari in giro per il
mondo a seguir concerti. Forse i grandi quotidiani fanno qualche sforzo in questo senso, poi vedi magari un bel titolo “La Tosca di Giacomo Verdi” e allora capisci che è fallace speranza ed è bene lasciar perdere…

Ma d’altronde come un grandissimo direttore del Passato, Sir Thomas Beecham, chiosava spesso “I critici? Parlano di Musica e non sanno manco eseguire l’Inno Nazionale (God Save The King, al suo tempo…)” e non aveva torto. Ne avessi mai incontrato uno che, prima di diventare critico, avesse affrontato il pubblico almeno una volta, come cantante, direttore, strumentista o qualsivoglia altra attività artistica, sinanche tersicorea. Nulla: tutti esperti ma senza mai aver mai messo le mani nella marmellata.

Indi con piacere ricordo le parole di un altro grande direttore, che ebbi il piacere di incrociare, Sergiu Celibidache, il quale diceva “Non leggo mai i giornali. Talora, ma solo se sono 100% sicuro che parlano
bene di me…”. Quindi il critico era degradato a rango di scribacchino fedele: o quello, o niente.

Scrivere di Musica, di Arte, di critica ad esecuzioni musicali, varie ed eventuali, è quindi campo minatissimo. Ci si fanno nemici, ne seppe qualcosa il nostro forse più noto Critico Musicale, il ragionier Eugenio Montale, il quale per anni ricoprì la carica di Critico Musicale per il Corriere della Sera, per lunghi 13 anni . Egli, baritono in erba, nonché poeta, si permise pareri devastanti, impietosi ma giusti. Egli, che
amava Rossini, Verdi ma soprattutto Puccini, sapeva riconoscere, vedeva e intendeva. E si esprimeva con coraggio ma sempre e comunque MOTIVANDO un proprio giudizio secondo criteri personali, forse opinabili ma sempre ottimamente espressi e argomentati.

Niente era bello a priori, niente era brutto parimenti. Questa è intelligenza e sapienza di un critico, o meglio, di un uomo che ama la Musica e la affronta, la esamina, ne parla, la comunica agli altri.

Quindi che Montale mi sia di possibile ispirazione, secondo la logica dell’arciere che vuole che si miri in alto nello scoccare il dardo acciò che esso comunque vada più lontano. Montale l’ho sempre trovato un
grande critico musicale, come apprezzai in gioventù le critiche di Leonardo Pinzauti e di Giuseppe Rossi, altri due che di musica e musicanti – à la Mario Merola…-se ne intendevano.

Speriamo di interessarvi e ovviamente confidiamo che l’elzeviro del Maestro – titolo che mi sono guadagnato non sulle sudate carte in conservatorio (ma sono e rimango in ottima compagnia, peraltro di
bacchette anche titolate e grandissime, da Wagner in poi…Nessuno aveva un diploma ma poi sul podio il miracolo avviene, ne parleremo spesso e dettagliatamente…) ma per chiara fama, con 27 anni di podio e
bacchetta – vi sia omaggio gradito.

Colombini indossa anche le vesti dell’intrattenitore: accanto l’amico fraterno Meme Lucarelli

Ah, dimenticavo, nel mio palmarès regna uno dei trofei più ambiti: fui l’unico direttore e regista di un allestimento completo (in ogni senso) de LA BOHEME di Puccini (una delle sole due opere che ho maneggiato integralmente, l’altra è il mio amatissimo DON GIOVANNI, l’opera, per me, delle Opere), realizzata al Teatro del Giglio di Lucca, il Teatro “di Puccini”, nell’Ottobre 2017, e registrata per Sky Arts UK integralmente e divenuta poi parte di un documentario – che ebbe anche discretissimo e riconosciuto successo – “Puccini’s Passion by Andrea Colombini”, sempre per Sky Arts. Quindi parleremo gioco forza anche di Musica e Media, uno sguardo sul 21° secolo della produzione musicale in ogni scibile di comunicazione. Avremo quindi tante praterie e foreste da esplorare.

Ci divertiremo: spero sia noi che voi.

Per intanto un saluto dal Vostro “Maestro Scrivano”,

ANDREA COLOMBINI