L’ENNESIMO MALECON CON GIANMARIA SIMON

A Lucca, presso la Villa Reale di Marlia si terrà  dal 2 giugno al 2 luglio il “ Villa Reale Festival” una rassegna trasversale di musica, teatro, performance acrobatiche e di arti visive, che porterà molti artisti provenienti da tutta Italia a esibirsi nel meraviglioso scenario del Teatro d’Acqua del Parco di Villa Reale di Marlia, a Capannori, Lucca. Un Festival  realizzato in collaborazione con Ecoeventi , grazie anche al sostegno del Comune di Capannori che prevede 19 serate-evento, 4 contenitori diversi e tanti ospiti.

4 Giugno ore 21.00

Gianmaria Simon – L’ennesimo Malecon

Gianmaria Simon, Voce, chitarra e fisarmonica

Nicola “Ricciolo” Guazzagni, Contrabbasso, basso

Nicola Bellulovich, Sassofoni

Lorenzo D’Angelo, Chitarre e cori

Cristiano “João” Rocchetta, Batteria e cori

L’ennesimo Malecon è un “lungone dromensar”, cioè un lungo cammino (in lingua romanì). Racconta di chi non sa eguagliare il proprio destino, di chi fugge da un passato ingombrante, di chi tiene i sogni all’ingrasso attendendo un’occasione di riscatto. Le canzoni sono popolate da un’umanità varia e bizzarra che si muove nella penombra dei vicoli, nei sobborghi malfamati, nelle bettole più sordide, fra le macerie della civiltà, lontano dal luccichìo del centro e, per dirlo con De Andrè, dall’amore bianco vestito. Le epoche e gli idiomi si accavallano e si confondono formando un racconto corale e prismatico. In “Marizibill” (omaggio ad Apollinaire e Ferrè) incontriamo una prostituta renana disposta a vendersi per un piatto di maccheroni, in “Ussaro” un soldato napoleonico alcolista e disilluso che tenta di sottrarsi ad un’ineluttabile follia. Ci sono gli zingari di Calò e di Romalen col loro endemico fatalismo, l’indolente protagonista dello “Mismo de ti”; c’è l’amore mancato raccontato ne “L’ennesimo Malecon” e l’amore deposto cantato in “Prima che venga giorno”; c’è la mantide bellissima e crudele che divora i propri amanti de “La mante Amante e il Baro” che striscia nei bassifondi fiutando le proprie vittime. Conclude l’album “Lo chiamerei Goliardo” ridando la parola all’autore che, seduto sopra un albero, guarda benevolmente i propri personaggi lasciandoli alle loro ingarbugliate vite. La musica si nutre di molteplici suggestioni muovendosi fra suoni di fanfare slave e swing manouche, fra echi di milonghe e deserti americani col cuore vinto dall’ebbra fascinazione delle fumose “caves” esistenzialiste e dei cabaret berlinesi.

INFO: Romina Lombardi – 347/1917818

rominaeventi@gmail.com

14) villa reale di marlia