Andrea Luchesi: chi era costui?

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Andrea Luchesi: chi era costui?

Andrea Luchesi nacque a Motta di Livenza nel 1741 e morì a Bonn nel 1801, dove vi diresse la Cappella Musicale dal 1774 al 1794. Questa città tedesca non può non rimandare a Ludwig Van Beethoven, che vi nacque nel 1770. Curioso che per questo prestigioso incarico abbia superato nientemeno che la concorrenza di Johann Van Beethoven, padre del grande Ludwig e figlio di Ludwig senior, che sino allora aveva tenuta l’importante carica. Il futuro genio fu membro della Cappella diretta dal Luchesi, con mansioni anche all’organo.

Nel 1771 aveva incontrato a Venezia Wolfgang Amadeus Mozart e suo padre Leopold. Essi ricevettero copia di un concerto per cembalo del Luchesi, sul quale Wolfgang e le sorelle si esercitarono per anni.

Luchesi è dunque un compositore che merita sicuramente rispetto e progressiva riscoperta dei suoi lavori strumentali, teatrali e sacri, alcuni dei quali sono sospettati di essere stati poi attribuiti ad Haydn ed a Mozart.
Nel 1993 Giorgio Toboga scrisse:

E’ giunto ora il tempo perché Andrea Luchesi sia apprezzato, oltre che per il diretto merito di essere stato il solo maestro di Beethoven capace di giustificarne la grandezza (onore di cui cercarono di appropriarsi Neefe ed Haydn), per i suoi personali, diversi e multiformi aspetti di musicista semidilettante prima e coscienzioso professionista poi, di precursore e multiforme compositore, fonte di Mozart, autore di diverse sinfonie di Haydn e creatore della più avanzata scuola musicale della Germania di fine Settecento […].

Sono affermazioni temerarie, che attendono una più accurata disanima e conferme meno passionali. Ma giustificano ampiamente l’operazione che, nell’ambito della 53° edizione della Sagra Musicale Lucchese, il M° Luca Bacci ha impostato con la gloriosa Cappella S. Cecilia della Cattedrale di Lucca e l’Orchestra da Camera Luigi Boccherini. Trattasi dell’ultimo appuntamento della Sagra, organizzato dai soci fondatori Arcidiocesi, Provincia e Comune di Lucca, con il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e l’Oleificio Rocchi.

Alle ore 21,00 di sabato 11 giugno, nella Chiesa di S. Michele, sono stati presentati in prima ripresa moderna: il Miserere (lavoro molto articolato, in 14 sezioni) per soli, coro ed orchestra, e una delle 28 Sinfonie. Precisamente, in Re maggiore ed in 4 movimenti ‘classici’, con una curiosa variante nel secondo movimento (Andante tripartito con una sezione centrale mossa).
Sono lavori complessi, esibenti un linguaggio musicale che, conservando eco delle galanterie di metà ‘700, le sublima in un tessuto armonico e contrappuntistico densamente vario, e pronto a sfociare nel grande stile classico comunque da venire.

Onore dunque al M° Bacci, che si conferma degno erede di quel grande dissodatore di archivi che è stato don Emilio Maggini.
Appuntando l’attenzione sul monumentale Miserere, si deve immediatamente riconoscere la bravura dei quattro solisti: il soprano Federica Nardi, il contralto Sara Baccelli, il tenore Matteo Michi ed il basso Giorgio Marcello hanno svolto il loro compito in modo egregio.
Il Miserere iniziale è un biglietto da visita che dichiara la profondità del linguaggio musicale di Luchesi. Notevoli anche la sezione 2, con l’aria del soprano, e quella successiva del basso. L’aria 10 Domine labia per tenore e oboe è quella forse più rivelativa dell’armamentario galante veicolato dal Luchesi, ma la sezione 12 Benigne per soli e coro è un’ampia sezione dove rifulge tutto l’armamentario tecnico di Luchesi, capace di riunire soli, coro e orchestra in un insieme variegato e monolitico allo stesso tempo.

Curiosa la sezione 13 Gloria Patri, che ripete brevemente il maestoso Miserere iniziale. La quattordicesima ultima sezione Sicut era – Amen vede il soprano ed il coro che si alternano. Il primo in un magnifico canto vocalizzato, mentre il coro si esercita in un contrappunto cromatico serrato ed incalzante.

Con Luchesi ci troviamo dunque di fronte ad un musicista di tutto rispetto: enciclopedico, dotto ed interessantissimo, innanzitutto per la vivacità dell’armonia, frequentemente cromatica.

Da qui ad accomunarlo con la triade classica il passo non è breve. Se effettivamente vi sono notevoli somiglianze con tanto primo Mozart, dovute al comune linguaggio internazionale post-galante, questo non si può dire ne per Haydn (che pure aveva studiato con l’italiano Niccolò Porpora) ne tantomeno per Beethoven.

Ma il ‘caso Luchesi’ deve ancora essere studiato, principalmente con la riscoperta di altro materiale musicale. Troppo poco è a nostra disposizione per poter dire parole definitive su un compositore che dimostra comunque un controllo totale della materia musicale, e dunque un professionista di primissimo piano nel panorama del secondo Settecento.

Da quanto si è ascoltato, manca comunque in Luchesi quell’inciso, quella frase, quella melodia capace di rimanere memorabile nell’immaginario collettivo. Questo è un tratto che distinguerà il periodo classico da quelli precedenti. Non che prima questi momenti non siano rinvenibili, ma non con la sistematicità che riscontreremo da Mozart e Beethoven in poi.

Il concerto è stato molto apprezzato dal numerosissimo pubblico accorso al tradizionale appuntamento a coronamento della Sagra Musicale Lucchese della gloriosa Cappella S. Cecilia, due istituzioni prettamente lucchesi dalla grande e lunga tradizione.