STORIA DEL CONTRABBASSO A LUCCA (prima parte)

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STORIA DEL CONTRABBASSO A LUCCA (prima parte)
Contrabbasso
Contrabbasso

Se Bologna, Pesaro, Venezia e Firenze possono vantare nell’Ottocento la presenza dei più famosi didatti e virtuosi del contrabbasso, è anche vero che a Lucca nella seconda parte del settecento si sviluppò una scuola di contrabbassisti che furono a loro volta compositori, concertisti europei e animatori della vita musicale.

La presenza e il ruolo di Domenico Dragonetti nella Cappella Ducale di Venezia, di cui proprio recentemente la Società del Contrabbasso ha realizzato l’esecuzione dei Baccanali Veneziani e ancor più la poliedrica personalità di Giovanni Bottesini, rappresentano un modello già consueto per l’epoca, i cui precedenti possono essere rintracciati proprio nella tradizione dei musicisti contrabbassisti lucchesi del SetteOttocento.

Domenico Dragonetti
Domenico Dragonetti

Domenico Dragonetti (Venezia 1763 / Londra 1846) operò a Venezia come strumentista e compositore stabilendosi successivamente a Londra ma continuando ad operare in tutta Europa con un successo e una fama che gli valsero stretti legami d’amicizia con Beethoven e con Haydl. Senza per questo dimenticare l’impegno pedagogico con cui impresse alla scuola e alla tecnica del contrabbasso una svolta di grande modernità.

Giovanni Bottesini
Giovanni Bottesini

Giovanni Bottesini (1821/1889) nel mondo musicale dell’ ’800 ebbe una fama mondiale realizzò un modello professionale di impegno nella musica a 360 gradi non solamente in Italia costituì le prime società musicali e le prime accademie di musica da camera a Milano, Firenze e Napoli ma, prediletto di Giuseppe Verdi, fu nominato Direttore del Conservatorio di Parma, diresse la prima dell’Aida al Cairo e come compositore, realizzò le sue opere a Cuba ed in America. Concepì e realizzò per il contrabbasso una letteratura nuova virtuosisticamente ed artisticamente affinata alla sua personalità che però riuscì storicamente ad inaugurare un’idea moderna della tecnica strumentale portandolo allo stesso livello del violino e del pianoforte.

Se Dragonetti e Bottesini rappresentano ovviamente un concetto lato di musicista, eclettico, poliedrico ed anche modernamente inteso come manager e promotore di sé stesso e della musica è davvero interessante scoprire a Lucca una tradizione precedente di  musicisti che si dedicarono al contrabbasso e per il quale ricevettero pubblici elogi, ma che contribuirono enormemente alla fama lucchese e alla storia musicale italiana all’estero sia attraverso tournée di concerti, che attraverso la permanenza nelle corti europee, non di meno scrivendo trattati didattici e composizioni strumentali e sacre, istituendo scuole civiche, svolgendo infine il ruolo di maestri di cappella nelle bande strumentali, nelle orchestre dei teatri e nei cori delle chiese del tempo.

Sala Ademollo - Palazzo Ducale di Lucca
Sala Ademollo – Palazzo Ducale di Lucca

È il caso di Pietro Giannotti che ritroviamo all’Operà di Parigi come contrabbassista dal 1739, che fu anche compositore e autore di un trattato sull’arte di trovare il basso fondamentale nella musica, per anni rimasto come testo base delle scuole di composizione.

È il caso di ricordare Michele Pellicci che fondò e diresse la Scuola Notturna del SS. Crocefisso de Bianchi, la più importante delle scuole notturne per bambini, fiorite a Lucca nel settecento dove per altro studiarono tutti i maggiori musicisti lucchesi. Ma il capostipite di questa nobile schiera fu certamente Leopoldo Boccherini. Padre del più celebre Luigi, fu violoncellista e contrabbassista della Cappella Musicale di Lucca. Destino storico dei Leopoldi padri dei geni musicali di questo secolo fu quello di iniziare i propri figli alla musica. A Leopoldo Boccherini non mancò certo il desiderio di far conoscere ed amare questo strumento al giovane Luigi, che lo suonò da giovane in occasione di alcuni concerti e che lo introdusse nella seconda versione dello Stabat Mater per Soprano ed archi e nel Sestetto in Mib del 1787, per il quale, il contrabbasso non trova spazio soltanto nel raddoppio del basso, ma assume un nuovo ruolo timbrico e strutturale, precede, anche se di poco, la scrittura dello Scherzo Musicale di Mozart per due violini, viola, due corni e contrabbasso.

Luigi Boccherini
Luigi Boccherini

Questa sensibilità allo sviluppo della parte grave la ritroviamo con evidenza nei Settimini, dove le parti dei due violoncelli e del contrabbasso sono diverse. Studio a sé richiedono le letture delle sonate per violoncello e basso e non solo di Boccherini, ma che sarebbe qui fuorviante parlarne.

È interessante specificare questi esempi, perché s’inaugura storicamente, non la presenza, ma una definita e caratterizzante presenza del contrabbasso nei piccoli organici cameristici. Il Sestetto per certi aspetti,costituì un apprezzato modello per il Settimino di Beethoven e per l’Ottetto di Schubert che ne riprendono l’organico, l’impianto tonale, sequenza e andamento dei tempi.

Negli anni in cui il giovane Luigi Boccherini studiava all’Istituto Musicale Pacini di Lucca con Francesco Domenico Vannucci, bonariamente imperversava a Lucca Domenico Baldotti, sacerdote ed insegnante, musico della Cappella palatina, grande e attivo contrabbassista, il quale come ci appare dal suo quaderno di spese e da alcune lettere conservate nell’Archivio storico di Stato, fu una figura irripetibile caratterizzata da una straordinaria passione per la musica, una sorta del nostro Don Maggini ante litteram.

Il manoscritto “Musiche, paghe del Principe ed altro” giacente nell’archivio dell’Istituto Musicale “Luigi Boccherini” di Lucca e attribuito al Baldotti, fornisce interessanti notizie sulla vita musicale della città nella seconda metà del Settecento e anche il colore di un’epoca lontana forse perduta, ma in cui si rintracciano tanti elementi da sempre legati alla vita dei musicisti  e che rimandiamo al numero di luglio di Lucca Musica.

 

Articolo pubblicato su LuccaMusica cartaceo nel mese di giugno del 2003