Sharpless: un farabutto?

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Sharpless: un farabutto?

In Puccini il console acquista un rilievo, un’importanza ed una personalità che non si rinvengono nelle fonti (Loti, Long, Belasco).

Affaticato per la salita sulla collina di Nagasaki, Sharpless si presenta subito in modo simpaticamente buffo: «E suda e arrampica! | Sbuffa, inciampica». Fa anche la predica all’aggressiva filosofia dello ‘Yankee vagabondo’: «E’ un facile vangelo… | che fa la vita vaga | ma che intristisce il cor…». Si direbbe dunque personaggio bonario, saggio, ed anche fine psicologo.

Costume di Shaepless
Costume di Sharpless

Riferendo di Butterfly, precisa che «Io non la vidi, ma l’udii parlar. | Di sua voce il mistero | l’anima mi colpì. | Certo quando è sincero | l’amor parla così. | Sarebbe gran peccato | le lievi ali strappar | e desolar forse un credulo cuor». Sharpless è dunque il primo ad incrinare la leggerezza della situazione con un’oscura premonizione subito ribadita: «E se a voi sembran scede | il patto e la sua fede | badate! (Accenna a Butterfly) | Ella ci crede». Evidentemente è uomo di esperienza, e prefigura quello che l’inesperto Pinkerton non può prevedere.

Nel secondo atto, il console si accolla l’onere di comunicare a Butterfly la decisione di Pinkerton di non ritornare, e comunque di congedarsi dalla geisha. Non immaginando il motivo della venuta del console, ella lo accoglie serena e festosa. ( […] Sharpless si lascia cadere grottescamente su di un cuscino; Butterfly si siede dall’altra parte e sorride con malizia dietro il ventaglio vedendo l’imbarazzo del Console […]).

Sharpless e Butterfly
Sharpless e Butterfly

Anche nel secondo atto Sharpless viene dunque presentato simpaticamente, ma di fatto è però «desideroso di spiegare lo scopo per cui è venuto; cava una lettera di tasca». E’ decisamente seccato dalla logorroicità di Butterfly, che gli impedisce di leggere lo scritto di Pinkerton, e con l’arrivo di Yamadori pensa: «Il messaggio, ho gran paura, | a trasmetter non rïesco». Al principe confida: «Mi rattrista una sì piena | cecità», ed anche a Goro bisbiglia la sua funzione: «Egli [Pinkerton, ovviamente] non vuol mostrarsi. Io venni appunto | per levarla d’inganno». Prima di leggere la missiva di Pinkerton mostra anche «una certa commozione», ed una «voce tremante per l’emozione». Ma, di fronte all’incomprensione totale di Butterfly,

«(sbuffando, si alza di scatto e ripone la lettera in tasca). (Fra sé). (Benone. | Qui troncarla conviene… | (crollando il capo indispettito) | Quel diavolo d’un Pinkerton!) | (Serissimo, guardando negli occhi Butterfly: ) | Ebbene, | che fareste, Madama Butterfly, | s’ei non dovesse ritornar più mai?».

Dopo la tremenda reazione di Butterfly, Sharpless, «(Vivamente commosso, passeggia agitatissimo, poi torna verso Butterfly, le prende le due mani e con paterna tenerezza le dice: ) Di strapparvi assai mi costa | dai miraggi ingannatori. | Accogliete la proposta | di quel ricco Yamadori».

costume del Principe Yamadori
Costume del Principe Yamadori

Butterfly si offende e lo invita ad uscire. Il console è conscio della sua ridondanza: «(Scusandosi) Fui brutale, non lo nego». Viene così a conoscenza del figlio di Pinkerton, e, dopo lo straziante «Che tua madre», «non può trattenere le lacrime»: «Quanta pietà!». Ma, troppo rapidamente, «vincendo la propria emozione», comunica: «Io scendo al piano». Sharpless si commuove, ma non vede neanche l’ora di togliersi dall’impiccio. Si impegna comunque con Dolore: «Tuo padre lo saprà, te lo prometto».

La positività del personaggio comincia ad essere intaccata. Ed è logico ritenere Sharpless il progettista ed il pilota dell’operazione che tende a togliere Dolore a Butterfly ed a portarlo in America. Pinkerton non sembra avere lo spessore per proporre una soluzione, se non giusta in assoluto, comunque importante ed impegnativa. Sposata con Pinkerton da un anno (4 mesi in Belasco), come si evince dalla prima versione scaligera, non si vede perché Kate debba volersi accollare spontaneamente un figlio non suo, che oltretutto può turbare il menage con il neosposo.

Costume Sketch di Pinkerton
Costume di Pinkerton

Nel terzo atto Sharpless non ha infatti un comportamento glorioso. E’ un attore consumato che sfoggia tutto il suo mestiere per giungere allo scopo: togliere il figlio a Butterfly. Con i suoi tre «Ve lo dissi» a Pinkerton intende incutergli quel senso di colpa che adesso gli consentirà di impostare il ‘rapimento’ secondo i propri intendimenti da diplomatico ‘forte’. «Con forza repressa ma deliberatamente» comunica a Suzuki che la donna nel giardino è la moglie americana di Pinkerton. Anche per l’inconcludenza del marinaio, il console istruisce molto razionalmente le operazioni: «Sharpless – (Calma Suzuki e la solleva da terra) Scegliemmo quest’ora mattutina | per ritrovarti sola, Suzuki, e alla gran prova | un aiuto, un sostegno cercar con te». Suzuki non comprende, ma Sharpless incalza: «Io so che alle sue pene | non ci sono conforti! | Ma del bimbo conviene | assicurar le sorti! La pïetosa | che entrar non osa | materna cura | del bimbo avrà». Adesso tutto è chiaro a Suzuki: «Oh me trista! | E volete ch’io chieda | a una madre…». Sharpless prosegue imperterrito: «(Insistendo) Suvvia, | parla con quella pia | e conducila qui; s’anche la veda | Butterfly, non importa. | Anzi, meglio se accorta | del vero si facesse alla sua vista. | Vieni, Suzuki, vieni!».

Qui Sharpless ‘getta la maschera’. Egli conduce l’operazione finale con grande determinazione ma assoluta mancanza di tatto. La fretta con cui sarebbe capace di comunicare a Butterfly decisioni fatali ‘la dicono lunga’ sulla sua bonarietà, del tutto apparente. Butterfly gli toglie però l’ultima fatica, intuendo a due riprese, ravvicinatissime, il suo destino ormai preparato ‘a tavolino’ proprio da Sharpless. Il paternalismo del console sembra venato proprio da quell’ideologia imperialistica che, rozzamente presentata da Pinkerton all’inizio del primo atto, caratterizza lo ‘yankee vagabondo’. Il ‘facile vangelo’ tanto deprecato da Sharpless, («La vita ei non appaga | se non fa suo tesor | i fiori d’ogni plaga») è fatto suo al momento opportuno. Il ‘falco’ e la ‘colomba’ sono accomunati da un unico obbiettivo: quello di dominare il mondo. Ed anche il cuore di Sharpless sembra, in chiusura d’opera, intristito anche più di quello del Pinkerton di «Ovunque al mondo».

Il primo incontro fra Kate e Butterfly è supervisionato dal console, che, prima «si avvicina a Butterfly per parlare» tentando poi di giustificarle l’allontanamento dal figlio.

Costume di Kate Pinkerton
Costume di Kate Pinkerton

Butterfly – Quella donna?… Che vuole da me? | Niuno parla? (Suzuki piange silenziosamente.) | (Con sorpresa.) Perché piangete? | (Sharpless si avvicina a Butterfly per parlare; ella teme di capire e si fa piccina come una bimba paurosa.) | No; non ditemi nulla… nulla… forse | potrei cader morta sull’attimo…

Butterfly – (Comprendendo, grida: ) Ah! E’ sua moglie! | (Con voce calma.) Tutto è morto per me! Tutto è finito! Ah!

Sharpless – Coraggio.

Butterfly – Vogliono prendermi tutto! Il figlio mio!

Sharpless – Fatelo pel suo bene il sacrificio…

 

Non è un caso che, in chiusura, sia proprio il console a precipitarsi sul bimbo, ratificando il possesso con un pianto liberatorio. ([…] Pinkerton si inginocchia, mentre Sharpless prende il bimbo e lo bacia singhiozzando). La soluzione fornita da Belasco con Pinkerton che stringe a sé Butterfly ed il figlio, è dunque deliberatamente e significativamente scartata. Sharpless è un baritono, voce che qui, se non proprio antagonista del tenore, conserva alcuni dei connotati negativi conferitigli dalla tradizione. E ricorda molto da vicino quell’altro ‘piagnone’ di Germont padre, bigotto ma almeno franco. La giustificazione divina alle meschine azioni umane del borghese parigino è qui sublimata da un cinismo che ‘spiana’ i sentimenti altrui, intransigente nell’affermare il primato della laicità americana.