La torre di Puccini e la Guardia di Finanza

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La torre di Puccini e la Guardia di Finanza

Con la consulenza dell’amico Mario Puccioni, avvocato e cacciatore, Giacomo Puccini aveva da poco acquistato una cinquecentesca torre detta Tagliata (dalla Tagliata Etrusca lì prossima). Egli aveva evidentemente delle particolari inclinazioni (tutte da analizzare, anche psicanaliticamente) verso le torri prossime all’acqua, come dimostra il precedente di Torre del Lago. Il 27 aprile 1919 scrive all’amico Luigi Pieri:

Ho una torre meravigliosa in Maremma. Ora l’appresto ad abitazione [fu restaurata dall’ingegner Pieri di Orbetello] e nell’inverno ci andrò a svernare. E’ vicina ad Orbetello, fra le rovine romane ed etrusche. E’ sul mare a 10 metri. C’è pesca e caccia in abbondanza. L’auto arriva alla porta, ha davanti l’isola del Giglio e l’Argentario; insomma è una vera delizia. Ci verrai a trovarmi? Ci sono piselli di gennaio, non te digo altro. Clima: Montecarlo, perché riparata dai venti del nord dalla collina di Ansedonia (città etrusca). Ne vengo da due giorni e ne sono ancora meravigliato.

Puccini vi trascorse dei brevi periodi connessi alla caccia. Inizialmente ne fu entusiasta:

«Tu vedessi la bellezza del posto! Solitario come non si può immaginare ma pieno di svaghi, come pesca, caccia uccelletti, allodole, tordi».

Non nuovo ad affermazioni azzardate e non sviscerate sul versante della dimostrazione, Dieter Schickilng afferma che a causa del pessimo stato delle strade intorno alla sua torre in Maremma, acquista un’ambulanza americana, simile, probabilmente, a una specie di jeep. Puccini evidentemente ha delle grosse disponibilità finanziarie, nonostante la cattiva situazione economica del paese. Non c’è però da meravigliarsi del fatto che come imponibile dichiari la somma ridicola di 11.508 lire, corrispondenti a circa il tre per cento degli effettivi ricavi dai diritti: l’evasione fiscale eccessiva fa parte della storia del paese.

Il 18 dicembre 1920, Puccini scrive all’amico Riccardo Schnabl:

«Tempo cane, soggiorno impossibile. Fuori dal mondo solo come un romito. Faccio la scuola del suicidio!»

 Ed il 29 dicembre scrive la bella e triste poesia Scirocco, da lui definita «spleen maremmano dell’ultimo dell’anno 1920»:

Planan nel cielo i falchi ad ali tese / Pecore a branchi e vacche tutta flemma / disseminate fino a Maccarese. / Voraci corvi spolpano carogne: / dai paduli vicini odor di fogne. / Mare che tronchi ed alghe lascia a riva / e avanzi di tragedie dalla stiva. / Boschi di cerri, / sondri e di mortelle / marrucche che ti strappan via la pelle! / Oggi scirocco marcio, fiacca schifa. / Lontan grugna il cignal stride la fifa… / E quei cavalli stanchi / sul margine dei fossi? / Come è pesante l’aria! / Come ti stanca gli ossi! / O amici state attenti alla malaria!

La conseguenza fu che il 30 gennaio 1921 scrive allo Schnabl:

«Ho trovato il compratore della Tagliata; non proporla dunque al prof. Bardelli [Lorenzo, oculista]»

Accanto alla Torre vi era una Caserma della Guardia di Finanza. Puccini fece amicizia con i militari: in particolare con l’appuntato Campelli Teriggi, uomo gioviale colpito da precoce canizie e comandante di quella brigata. Giacomo gli regalò un somarello ed un ritratto con la seguente dedica: «All’amico Appuntato Campelli prossimo brigadiere». Sembra che la prematura scomparsa impedì al Comando di Grosseto di promuovere i compositore Appuntato d’Onore della Real Guardia di Finanza.

Un Angelo Fini ventenne lo intervistò. Si potrebbe così evincere che il Nulla! Silenzio del Tabarro fu messo a punto proprio alla Tagliata.

«Quel giorno era seduto sulla spiaggia, lapis e carta pentagrammata sulle ginocchia, come spesso, come sempre». Chiese se si divertiva con i finanzieri, e Puccini rispose:«Sì, molto, vado in barca con loro e si fa molta pesca. Però ce n’è uno [un certo Ezio Lunardini] che non mi va a fagiolo. E’ un bolognese. Fa il Don Giovanni con la mia cameriera».

Questi fu protagonista di una scenetta gustosa:

Tu che l’altra sera cadesti con me nel canale? – Signorsì. Ma la colpa non fu mia, Maestro. Lei nel timore che la grossa spigola le sfuggisse, le lanciò la fiocina con tanta violenza che perdé l’equilibrio e cadde nell’acqua. Il barchino, perduto repentinamente il peso di lei, si capovolse e così andai giù io pure. Che terrore! L’acetilene si spense, io mi dibattevo per trovare lei nello scuro e lei invece gridava contento: «l’ho presa, l’ho presa», come se nulla fosse stato! Fortuna che l’acqua era poca.

Presso la Torre della Tagliata, alla presenza del figlio Antonio Puccini (accompagnato dal librettista Giuseppe Adami), delle autorità di Orbetello e Grosseto e dei generali Silvestri e Maggiotto (prefetto), il 10 maggio 1925 vi fu una commovente cerimonia organizzata dal capitano Pietro Jacopini e con oratore ufficiale il tenente Di Vita. Si propose fra l’altro di chiamarla Torre di Puccini, cosa che venne poi approvata ufficialmente.

Benedetta da Monsignor Ferrari di Orbetello, fu poi murata una lapide marmorea sulla facciata della Torre Tagliata con la seguente scritta:

IN QUESTA TORRE CHE FU SUA GIACOMO PUCCINI RIPOSANDO NELLA    SILENTE POETICA QUIETE DI MILLENARI RICORDI – NEL FRAGORE DELLE    ONDE RIPETENTI SULLO SCOGLIO L’ECO DI GRANDI NOMI VISSE    FRATERNAMENTE DUE ANNI CON I MILITI DELLA R. GUARDIA DI FINANZA – APPREZZANDONE LA SINCERITA’ DEGLI AFFETTI E L’ABNEGAZIONE DELLA   VITA TUTTA VOTATA ALLA PROSPERITA’ DELLA PATRIA. I FINANZIERI GRATI DI TANTO ONORE POSERO QUESTO RICORDO.
MAGGIO 1925 -.

Il rapporto fra la famiglia Puccini e la Guardia di Finanza non si è però interrotto. Il 29 novembre 2008 (84° della morte, nell’anno del 150° della nascita), alla presenza della nipote Simonetta Puccini e del comandante in seconda della Guardia di Finanza Nino Di Paolo, del comandante regionale Giorgio Toschi, del Vescovo di Lucca Italo Castellani, del sindaco Mauro Favilla e del presidente della Provincia di Lucca Stefano Baccelli fu inaugurata la nuova Caserma Giacomo Puccini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lucca.

Simonetta Puccini tagliò il nastro tricolore e scoprì un murales realizzato interamente dagli alunni dell’istituto d’arte Passaglia di Lucca, inaugurando ed intitolando così la caserma all’appuntato ad honorem Giacomo Puccini.

Situata sulla via Pisana, la caserma è stata costruita in tempi record (poco più di un anno) sulla base di criteri di risparmio energetico e compatibilità con l’ambiente, grazie allo sfruttamento di energie rinnovabili. Ecologista ante litteram, il compositore avrebbe molto apprezzato.