Herbert Handt, un americano a Lucca

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Herbert Handt, un americano a Lucca

Herbert Handt è nato a Filadelfia (USA) il 26 maggio 1926 (segno zodiacale Gemelli) ed ha avuto una buona carriera come tenore. Dopo gli studi alla Juillard School e alla Columbia University, proseguiti al Mozarteum di Salisburgo e all’Accademia di Vienna, debuttò alla Staatoper di Vienna nel 1949 con il Gianni Schicchi.

Nel 1960 iniziò la sua carriera di direttore d’orchestra con l’Accademia di S. Cecila, continuando poi alla Scala, al Maggio Fiorentino, e con le orchestre Rai, la English Chamber Orchestra e la BBC di Londra.

Con questo solidissimo bagaglio, nel 1964 si ê trasferito a Lucca, operandovi una vera rivoluzione culturale. L’Associazione Musicale Lucchese da lui fondata e diretta è stata un formidabile strumento non solo per animare la non eccitante vita musicale cittadina, ma per scoprire e far risuonare una ricchissima secolare tradizione sonnecchiante negli scaffali d’archivio.

Per festeggiare i suoi 90 anni, sono state riunite significative Note di Sala a corredo dei concerti dell’A.M.L. nella pubblicazione Da Puccini a Puccini. Cinquant’anni di studi e ricerche per la musica a Lucca. Edito da Maria Pacini Fazzi e a cura di Fabrizio Guidotti, il prezioso volume è dedicato da Handt all’avvocato Giovanni Cattani, prematuramente scomparso nel 2011 ma «persona che tanto ha fatto per la diffusione della musica».

Guidotti nota come «il maestro ha finalmente deciso di curare una pubblicazione monografica, che viene a rappresentare un importante strumento di conoscenza attraverso cui accostarsi in particolare alle tradizioni lucchesi».

Pubblicato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è stato presentato il 24 maggio nell’Auditorium della stessa, e l’8 luglio alla Casa Museo Puccini di Torre del Lago. Qui, l’ex sindaco di Lucca Mauro Favilla, negli anni ’60 assessore alla cultura, ha tracciato un simpatico ma pregnante excursus dell’ambiente assolutamente vergine, quando non ostile, in cui il Maestro si trovò a lavorare.

Entrambe le volte Handt ha rilevato polemicamente che il titolo Da Puccini a Puccini non è chiaro. Avrebbe gradito dunque che, con le rispettive date di nascita, si fosse precisato che il primo Puccini è Giacomo senior (1712-84) mentre il secondo è l’autore di Bohème, ultimo della dinastia.

 

Quanti penserebbero che di Giacomo Puccini ve ne furono due, ambedue compositori e musicisti stimatissimi nel loro ambito e nel loro tempo? Se fra di noi le musiche del più rinomato compositore lucchese dei tempi moderni sono ben conosciute, pochi sanno ch’egli era l’ultimo boccio di una lunga e fiorente famiglia di musicisti, il cui capostipite si chiamò, pure egli, Giacomo. Oltre due secoli di musicisti eccellenti….

 

Questo si legge nella Nota di Sala sugli Autori lucchesi dal Cinquecento all’Ottocento del 12 novembre 1964. Handt non solo inizia a parlare di questi autori (Cristoforo Malvezzi, Francesco Barsanti, Francesco Xaverio Geminiani, Giacomo Puccini senior, Domenico Puccini, Luigi Boccherini) ma prosegue nell’offrire a Lucca saggi musicali della loro musica.

Già da questo primo articolo si comprende che non è solo sulla dinastia Puccini che si è esercitato il lavoro di Handt. Si è invece ampiamente diffuso non solo con la musica non lucchese, ma anche non italiana, con particolare predilezione per quella tedesca del ‘700-‘800. E’ peraltro possibile rintracciare articoli intriganti quali L’opera pianistica di Mozart e quella di Debussy a confronto, La musica in Inghilterra, Autori russi dell’Ottocento, La musica afro-americana.

Guidotti nota in Handt

 

la volontà di muoversi su una linea attualizzante, non solo storicizzante, della proposta musicale, che nella carriera del maestro è testimoniata dalle sue importanti esperienze con la produzione novecentesca (da Shoenberg a Petrassi, da Berio a Bussotti) e a Lucca, in particolare, degli stretti rapporti col compositore Giani Luporini, di cui ha eseguito in prima mondiale varie opere dedicate all’A.M.L..

 

Handt si conferma così personaggio dai tratti assolutamente geniali e non avulsi dalla polemica. Nel Cinquantenario della morte: Puccini misconosciuto?, si legge ad esempio:

 

Perché qui a Lucca, quando si parla di Puccini, anche il cittadino meno istruito in materia musicale […] ti risponde subito che anche Catalani era un grande compositore […]. Non sembra che basti ora con tutte queste facezie? Sappiamo benissimo chi erano i vari Catalani, Boccherini, Geminiani, Dorati ecc.: è ora che il lucchese si renda conto chi era il povero Puccini.

 

Non ci si illuda che, al di là delle apparenze, dal 1974 le cose siano molto cambiate. Non

so se in questa raccolta, si deve ricordare la finissima chiosa ad un editto della Repubblica di Lucca, che proibiva di andare a cavallo nella città, da Handt ‘psicanalizzato’ concludendo che a Lucca non si deve emergere, ma stazionare al più nell’aurea mediocritas. Gasparini, Geminiani, Boccherini e Puccini sono lì a confermarlo.

 

L’intelligenza di Herbert Handt ancora rifulge in Musica, ideologia e libertà del 1988:

 

[…] Giacomo non è stato sordo […] agli avvenimenti e alle esigenze politiche della sua generazione: vedi La bohème (una delle prime opere liriche a mettere la gente comune in scena, addirittura delle prostitute!), Madama Butterfly (con il suo feroce commento sull’imperialismo americano), la Tosca (che il regista inglese Jonathan Miller ha potuto ambientare nella Roma fascista con pochissimi cambiamenti), solo per citare gli esempi più evidenti. Se ha scritto anche l’Inno a Roma, allora vuol dire che ha capito la necessità.

 

Si leggano i saggi più importanti su Puccini, e non si troveranno intuizioni di tal rango!!!

Lucido, colto e operoso, Herbert Handt ha operato un cambiamento radicale nella ricezione musicale, che Lucca gli ha voluto riconoscere con questa importante pubblicazione-tributo.