Giovanni Sercambi e la musica

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Giovanni Sercambi e la musica

Anche Lucca ha avuto sotto un certo aspetto il suo Boccaccio. Fu Giovanni Sercambi, uomo politico, Gonfaloniere, letterato, storico, legato alla famiglia Guinigi tanto da aver prima preparato, poi favorito la Signoria di Paolo dal 1400 al 1430. Il Sercambi scrisse fra l’altro il Novelliere, una raccolta di racconti simile al Decameron, dove una compagnia di lucchesi, per sfuggire alla peste di fine trecento, compie un viaggio in Italia guidati da un preposto, mentre il saggio narratore delle novelle è l’autore o altore. Non manca la musica poiché spesso, alla fine della giornata, il preposto invita cantori e danzatori ad esibirsi per rallegrare la brigata dopo i lunghi spostamenti. Ecco alcuni esempi: novella LIV: “…e li stormenti presti a sonare e’ danzatori perché più giorni danzato non avevano, con dolci suoni una danza, pria che a cena si mettessero, cominciarono, con alcuna canzonetta piacevole”. Novella LXV: “… udita la bella novella, il preposto comandò che a cantar le donzelle e’ cantarelli cominciassero”. Novella LXXII: “… li stormenti cominciarono a sonare; e le danze prese, danzaron con tanto piacere che l’affanno sostenuto del caminare niente si ricordavano”. Novella LXXIII: “Restata la bella novella, i cantatori e cantarelle con dolci voci una canzona piacevole cantaro”. Ma quando la compagnia giunge a Roma, non si fanno né musiche né danze, sia perché ci sono da vedere “le cose antiche”, ma soprattutto “… per prendere le perdonanze” e quindi il preposto ordina “… che il giorno si vadi cercando tutti li perdoni e la sera, tornati all’abitagione, non vo’ che si canti né balli, né stormenti si suonino”. Insomma, in tempo di penitenza non si dà spazio al divertimento.