A colloquio con… Roberto Prosseda

Home / Interviste / A colloquio con… Roberto Prosseda
A colloquio con… Roberto Prosseda

COME È NATO IL SUO AMORE PER MENDELSSOHN?

Mi sono sempre sentito in sintonia con lo stile di Mendelssohn, che unisce il lirismo romantico e alla perfezione classica, a partire dalle prime Romanze Senza Parole che ho studiato a 10 anni. .

COSA L’HA PORTATA A “TROVARE” BRANI INEDITI DEL COMPOSITORE TEDESCO, ESEGUENDOLI IN TUTTO IL MONDO?

DUna spinta decisiva per il mio percorso mendelssohniano fu data nel 2003 dal caro, compianto amico musicologo e produttore discografico Gian Andrea Lodovici, che mi segnalò alcuni recenti ritrovamenti di autografi mendelssohniani e mi incoraggiò ad approfondire la mia ricerca in tal senso. .

POI HA INCISO L’INTEGRALE PIANISTICA

Sì, l’idea iniziale era di incidere uno o due dischi solo con i brani ancora inediti. Poi, strada facendo, mi sono reso conto che anche molte delle le musiche pianistiche già pubblicate erano, in realtà, pressoché sconosciute, e molto poco presenti su disco. Sto ora completando anche le registrazioni dei Concerti di Mendelssohn per pianoforte e orchestra.


CI PARLI DEL PIANO-PÉDALIER CON IL QUALE SI ESIBISCE IN MOLTI CONCERTI.

Si tratta di uno strumento che ha avuto una certa diffusione nella seconda metà dell’Ottocento, specie in Francia e in Germania. Consiste in un pianoforte “doppio”, ossia un pianoforte normale a cui è aggiunta una pedaliera simile a quella dell’organo, che aziona un secondo pianoforte posto sotto il primo. .


COS’È IL ROBOT-PIANISTA TEOTRONICO?

È un robot, costruito dall’inventore di Imola Matteo Suzzi, che suona il pianoforte con le sue 53 dita meccaniche. Ho incluso TeoTronico in alcuni miei progetti finalizzati a spiegare al pubblico (specie giovanissimo) il senso dell’espressione musicale, basandomi sull’ascolto comparato di riproduzioni letterali della partitura (eseguite dal robot) e interpretazioni “umane” degli stessi brani. L’obiettivo è di dare al pubblico strumenti per apprezzare al meglio l’ascolto musicale e anche per rendersi conto della qualità di un’interpretazione.

DA QUI ANCHE IL BISOGNO DI SCRIVERE ANCHE IL LIBRO “IL PIANOFORTE” ?

Anche questo libro rientra nel mio impegno per la divulgazione musicale. Si tratta di una guida all’ascolto del repertorio pianistico pensata anche per chi non ha alcuna conoscenza della musica classica, trasferendo per iscritto quello che dico verbalmente al pubblico prima dei miei concerti o nelle “Lezioni di Musica” che tengo su Radiotre.

LODEVOLE LA SUA INIZIATIVA DI REALIZZARE CONCERTI NEI REPARTI DI ONCOLOGIA

l progetto “donatori di musica” è una delle più intense e gratificanti esperienze che ho vissuto nella mia vita di musicista. È nato proprio grazie a Gian Andrea Lodovici, quando era ricoverato nel 2007 al reparto di oncologia dell’ospedale di Carrara e grazie alla visionaria lungimiranza del primario Maurizio Cantore. Oggi sono oltre dieci le stagioni attive e sono stati realizzati oltre 300 concerti.

NEI SUOI REPERTORI SPICCA LO “SGUARDO” VERSO LA MUSICA DEL ‘900 ITALIANO

Ho sempre cercato di inserire nei programmi di recital brani di più raro ascolto, convinto che una buona parte di repertorio è rimasta ingiustamente dimenticata. Ciò vale anche per la musica italiana del tardo Ottocento e di tutto Novecento: a partire da compositori tardo romantici, come Rendano, Caetani, Fano, per giungere ad autori come Dallapiccola, Petrassi, Castiglioni, Aldo Clementi.