A colloquio con… Massimo Quarta

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A colloquio con… Massimo Quarta

La posso considerare come un esperto di Paganini?

Un esperto non direi. Diciamo che Paganini è sempre stata una mia grande passione. Da ragazzo ero affascinato dal virtuosismo del grande compositore genovese e alle innovazioni apportate allo strumento; oggi ciò che mi rapisce è la cantabilità tipicamente italiana. Per me suonare Paganini è come ascoltare un’opera lirica sul violino. Ora si sente il soprano, ora il tenore, ora il baritono…. ora tutti assieme. Un prodigio della tecnica strumentale e compositiva!

Poi il grande amore per la direzione d’orchestra

La cosa è nata gradualmente ed è legata a due motivazioni. La prima come percorso naturale di un violinista abituato a fare il primo violino nella musica da camera e nelle orchestre e a guidare gli organici. Si inizia con Vivaldi, dove il “solo” è fondamentale, poi si passa ai Concerti di Mozart, alle piccole Sinfonie del genio di Salisburgo e il passo successivo è cimentarsi con Beethoven, Mendelssohn, Mahler, ecc. La seconda motivazione è di ordine pratico. Spesso, avendo poche prove a disposizione, mi sono sentito dire dai direttori “Stia tranquillo che la seguo”. Per me la parola seguire significa stare dietro, magari di poco, ma dietro. Mentre tra orchestra, direttore e solista dovrebbe esserci un affiatamento simultaneo, senza alcuna discrepanza ritmica. La cosa non mi faceva stare tranquillo e rischiavo spesso di fare concerti il cui scopo principale era quello di finire assieme l’esecuzione, senza aver curato bene in precedenza il carattere del brano, il fraseggio, i coloriti. Insomma quello che io avevo in mente per comunicare la mia interpretazione al pubblico.

Mi dispiace constatare che un’altra eccellenza artistica italiana si trova a insegnare all’estero . In questo caso a Lugano.

Ho insegnato violino a Terni dal 1985 al 1991 e il mio torto è stato quello di non partecipare al concorso nazionale degli anni ’90. In pratica ho perso… il treno burocratico per avere i titoli idonei per insegnare in Italia. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Quando si aprì la possibilità di Lugano ho partecipato al concorso e sono stato assunto a pieni titoli.

Un‘assurdità!

Non voglio fare polemiche, ma di assurdità a questo livello nel nostro Paese ce ne sono tante.

Un esempio.

Una su tutte è la riforma dei Conservatori. In altre nazioni Europee esistono le Università della musica (poche) e molte scuole di musica altamente formative che preparano i giovani allo studio di uno strumento, mentre in Italia tutto si dovrebbe svolgere nello stesso Conservatorio, senza docenti specializzati. Ognuno deve fare il suo mestiere e purtroppo alcuni allievi italiani che studiano da me a Lugano mi raccontano di docenti di violino che entrano nella propria classe nemmeno con lo strumento! Ecco che poi arrivano con gravi problemi tecnici e sono costretto a rieducarli con le corde a vuoto…

Ritorniamo alla sua attività Direttore

Assorbe metà dei miei impegni artistici ed attualmente sto realizzando un magnifico progetto con l’Orchestra dell’Aquila, della quale sono solista e direttore principale, legato all’integrale di Brahms con le Quattro Sinfonie, i Concerti per pianoforte, quello per violino ed il doppio per violino e violoncello.

Lei suona un Guadagnini

E’ del 1765 e ne sono innamorato. Ho avuto la possibilità di poter disporre anche di Stradivari e di un Guarneri del Gesù gentilmente concessi per anni dalla Fondazione Pro canale di Milano.

Un sintetico confronto

Gli Stradivari hanno solitamente un suono più chiaro ed una perfezione costruttiva assoluta. I Guarneri del Gesù hanno spesso un suono più scuro e potente, direi sanguigno Il mio Guadagnini ha la potenza degli altri due ed è molto corposo.